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Fuori tempo Massimo (o Giorgio)

Oggi mi rendo ridicola in 3, 2, 1: sono fuori dal tempo (e dal tunnel, ciao Capa!)

Le mie coetanee parlano di filtri, io chiedo dove si compra la carta assorbente per l’inchiostro. In pausa merenda citano trend, io biblioteche. Per questo cerco compagnia tra gente grande. “Grande” nel senso che paga l’IMU e ha una sedia preferita. Li ascolto, annuisco, loro mi sorridono come si sorride a un cucciolo. “Che carina, studia.” Io: sì, ma datemi una missione. Loro: ti diamo una tisana.

Segnali che sono fuori tempo:

- Ho biglietti da visita? No. Ho la tessera punti della cartoleria.
- Ci sentiamo su Snapchat? Io: Ho la colla UHU.
- Facciamoci un selfie! No grazie, ho una lezione tra poco, non posso bere adesso.

Ambizione ne ho parecchia. Voglio organizzare tour, scrivere cose importanti, convincere il mondo a smettere di affidarsi alle nuove tecnologie. Ma dove vado se manco ho la patente, se non posso nemmeno muovere una Panda senza far gridare i santi del calendario?

Sto bene, benissimo, benone. Però… ogni tanto mi manca una persona. Chi? Nessuno. Zero. Vuoto pneumatico. (Che odio.) È come quel calzino spaiato che finge di non cercare il gemello e intanto invade tutte le lavatrici del cervello.

Se qualcuno mi vede vagare, non sto persa. Sto cercando la mia epoca. Se la trovate voi prima, mandatemi la posizione. No, non so usare bene Maps. Sì, imparerò. Forse.