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Tra pioggia e Big Ben

Il cielo è una coperta di piombo, il Tamigi scorre torbido e il Big Ben ticchetta come un giudice stanco, ma nulla di questo lo tocca.

Non è un turista in cerca di cartoline, è una scheggia pronta a infilarsi nelle crepe della città.
Dove gli altri vedono luci al neon e strade affollate, lui vede palcoscenici da conquistare, cuori da scuotere, regole da infrangere.
Non porta promesse, porta tempesta.
Ogni sguardo che incrocia diventa benzina sul fuoco che ha dentro.

Londra non lo sa ancora, ma tra poco sentirà il suo nome sussurrato nei vicoli, urlato nei locali, inciso nella memoria della notte.
La città è grande, ma il suo ego lo è di più.
E questa volta non chiede permesso: entra, stravolge, lascia cicatrici.