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7.Molotov

Accadono quelle cose dove non riesco a ricordare se è un sogno o se stasera ho solo bevuto troppo.
O se ti ho dato un consiglio che egoisticamente è utile solo a me.
Succede che ci ritroviamo in una strada di Londra a far suonare i nostri baci,come per fargli provare il gusto dell'asfalto, in un magico istante tra un addio e il per sempre, tra il tuo viso e quello degli altri otto miliardi di uomini.
Vorrei urlarti la mia nuova canzone ma ho soltanto il ritornello e, più o meno, parla:
-Delle mie poche scopate.
-Delle mie milioni di poesie.
-Delle sigarette spente nelle bottiglie di birra.
E ogni volta che stringevo la chitarra invece che te.
Quando mi hai fatto piangere per due ore, perché mi avevi detto di sognare, e io non sapevo da dove iniziare.
Quando per la prima volta ti ho visto mano nella mano con un altro.
Quando ti eri convinta che era bello stare da sola.
Quando questa convinzione è durata il tempo de "Il mio canto libero" di Battisti.
Quando hai creduto che l'amore avrebbe salvato il mondo e quando hai smesso di crederci dopo due servizi di telegiornale.
Quando mi sono sentito un deficente,perché quando finalmente decisi di leggermi una tua poesia,Io non ti stavo ascoltando perché ero piegato sul cesso a vomitare.
Continuerò fino alla pensione, fino alle fine delle guerre.
Continuerò a scriverti le mie lettere che infileró in qualche molotov per illuminare le nostre giornate.
E i baci per addormentarci, le notti passate a litigare.
E quando ti ho detto di andare a imbrattare una parete del Duomo così magari arriva la polizia e ci arresta mettendoci nella stessa cella. No, non stavo scherzando.
Qualche canna e sabato il concerto al centro sociale.
E Joyce viveva a Trieste vicino a Svevo.Io vivo in un monolocale a Londra.Ti assicuro che passano molte più riflessioni da qua, molto più schifo, molto piú inquinamento. Sei passata anche te,insieme a tutte le altre cose inutili della mia vita.


Dattero è morto, evviva Dattero.