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Song To Say Goodbye

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Giunge un tempo, nella traiettoria di due destini intrecciati,
in cui persino la luce più ostinata comprende di non poter rischiarare
un’ombra che non desidera farsi toccare.
Così io, che a lungo ho vegliato sul tuo tormento,
mi ritrovo ora a osservarti da una distanza nuova,
lucida come un’alba fredda.

Ho tentato di essere argine alle tue maree,
di sorreggere il peso dei tuoi silenzi,
di leggerti dietro sguardi sfuggenti.
Eppure, ogni gesto rivolto a te si tramutava in eco,
come se il mio cuore bussasse a una porta
che tu avevi già scelto di chiudere.

Non c’è collera, né rimprovero.
Solo la compostezza grave di chi ha compreso
che l’amore, privo di reciprocità, diventa sacrificio vano.

Perciò, con passo lento ma certo,
raccolgo ciò che resta della mia dignità
e mi allontano delle tue contraddizioni.
Lascio a te i varchi che non hai avuto il coraggio di attraversare,
le promesse disattese,il frastuono dei tuoi abissi.

A me rimane il silenzio nobile di chi sceglie se stessa.
Un silenzio che non è fuga, ma rinascita.

Accolgo questa separazione come un rito necessario,
un ultimo atto di verità tra noi:
non più catene invisibili, non più attese senza volto.
Solo la mia voce, finalmente integra,
che pronuncia ciò che per troppo tempo ho taciuto.

Addio.
Che tu possa, un giorno, trovare la pace che io non ho saputo donarti.
Io cammino incontro alla mia.

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Chloe depose l’anello di fidanzamento nel piccolo scrigno riposto nel cassetto del comodino, come si adagiano le reliquie di un sogno che non appartiene più. Le sue dita, tremule e devotamente esitanti, sfiorarono l’oro un’ultima volta, poi lo lasciarono scivolare.

E allora contemplò la propria mano, osservò quel cerchio di assenza per molti secondi.
Fu allora che le lacrime, raccolte in un equilibrio troppo tenue, scesero. Lente e calde le rigarono il viso.